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Valerio Fabiano, suo consanguineo, già destinato agli onori, ne adulterò il testamento, fattone complici Vinicio Rufino e Terenzio Lentino, cavalieri romani. Quelli associaronsi Antonio Primo ed Asinio Marcello. Antonio pronto ad ogni temerità Marcello, illustre per il bisavo Asinio Pollione, nè pur d' abietti costumi si reputava, solo che il sommo de' mali credeva la povertà. Fabiano dunque suggella il testamento co' nominati due testimonj ed altri meno cospicui. Fu ciò chiarito in Senato: e Fabiano e Antonio con Rufino e Terenzio giusta la legge Cornelia si condannarono. La memoria degli antenati e le preghiere di Cesare trasser Marcello più dalla pena, che dall' infamia.

41. Tal giorno percosse ancora Pompeo Eliano, giovane già questore, come istruito delle malvagità di Fabiano: e fu d'Italia, e di Spagna, ov' egli nacque, bandito. A pari obbrobrio condannasi Valerio Pontico, perchè al Pretore, onde non fossero dal Prefetto della città convenuti,i rei denunziò per sottrarli, sotto color delle leggi intanto, poi colludendo, alla pena. E per decreto de' Padri aggiugnesi: chi tali frodi o comperasse, o vendesse, fosse punito egualmente, che se per giudizio pubblico di calunnia si condannasse.

42. Nè molto dopo il Prefetto della città, Pedanio Secondo fu da un suo schiavo ammazzato, o per libertà, già pattuita a prezzo, negatagli, o ingelosito che il suo padrone l'amor di giovane drudo gli contrastasse. Ma per costume antico dovendosi trar tutti i servi al supplizio, che sotto lo stesso tetto abitavano, per l'affollarsi del popolo, che

plebis, quae tot innoxios protegebat, usque ad seditionem ventum est: Senatuque in ipso erant studia nimiam severitatem adspernantium, pluribus nihil mutandum censentibus. Ex quis C.Cassius, sententiae loco, in hunc modum disseruit.

43. Saepenumero P. C. in hoc ordine interfui, cum contra instituta et leges majorum nova Senatus decreta postularentur: neque sum adversatus: non, quia dubitarem super omnibus negotiis melius atque rectius olim provisum, et, quae, converterentur, in deterius mutari; sed ne nimio amore antiqui moris studium meum extollere viderer. Simul, quidquid hoc in nobis auctoritatis est, crebris contradictionibus destruendum non existimabam, ut maneret integrum, si quando Respublica consiliis eguisset. Quod hodie evenit, Consulari viro domi suae interfecto, per insidias serviles, quas nemo prohibuit, aut prodidit, quamvis nondum concusso Senatusconsulto, quod supplicium toti familiae minitabatur. Decernite, hercule impunitatem. At, quem dignitas sua defendet, cum praefectura urbis non profuerit? quem numerus servorum tuebitur, cum Pedanium Secundum quadringenti non protexerint? cui familia opem feret, quae ne in metu quidem pericula nostra avertit? An, ut quidam fingere non erubescunt, injurias suas ultus est interfector? quia de paterna pecunia transegerat, aut avitum mancipium detrahebatur? Pronun, tiemus ultro, dominum jure caesum videri.

proteggeva tanti innocenti, fu giunto sino al tumulto e nel Senato stesso v'erano brighe contrarie a tanta severità, tenendosi i più nel voto che nulla si rinnovasse, tra cui Cajo Cassio espose il suo parere in tal forma:

43. Più volte, Padri Coscritti, io fui presente in quest'Ordine, quando contro le leggi e i costumi degli antenati nuovi decreti al Senato si domandavano; nè contraddissi: non perchè io dubitassi che ad ogni affare meglio e più rettamente non fosse già provveduto, e quanto pur si mutava in peggio non si cangiasse, ma per non parere pel troppo amore a' costumi antichi di troppo zelo infiammato. Pensava inoltre, che non dovesse checchè in noi resta di autorità con frequenti contraddizioni distruggersi, per conservarlo intero, se la repubblica bisogni mai di consiglio. Lo che avvien oggi, che per insidie servili un uom consolare nella sua casa fu spento, senza che niun le impedisse o le rivelasse benchè non sia distrutto ancora il decreto, che alla famiglia intera minaccia morte. Decretatene pure l'impunità. Ma chi fia dalla sua dignità protetto quando il governo della città non giovò ? Qual numero potrà schermirne di schiavi, se quattrocento non han protetto Pedanio? Chi mai soccorrerà una famiglia, cui neppur muove a salvarci la sua ruina medesima? Forse, come taluni non si vergognan di fingere, l'uccisore le ingiurie sue vendicò? perchè patteggiato avea con il paterno danaro, od un avito mancipio se gli rapiva? Via, pronunziamo, spento a diritto il padrone.

44. Libet argumenta conquirere in eo, quod sapientioribus deliberatum est? Sed et, si nunc primum statuendum haberemus; creditisne, servum interficiendi domini animum sumpsisse, ut non vox minax excideret? nihil per temeritatem proloqueretur? Sane consilium occuluit, telum inter ignaros paravit: num excubias transiret, cubiculi fores recluderet, lumen inferret, caedem patraret, omnibus nesciis? Multa sceleris indicia praeveniunt. Servi si prodant, possumus singuli inter plures, tuti inter anxios, postremo, si pereundum sit, non inulti inter nocentes agere. Suspecta majoribus nostris fuere ingenia servorum, etiam cum in agris aut domibus iisdem nascerentur, caritatemque dominorum statim acciperent. Postquam vero nationes in familiis habemus, quibus diversi ritus, externa sacra, aut nulla sunt, conluviem istam non nisi metu coercueris. At quidam insontes peribunt. Nam et ex fuso exercitu, cum decimus quisque fusti feritur, etiam strenui sortiuntur. Habet aliquid ex iniquo omne magnum exemplum, quod contra singulos, utilitate publica rependitur.

45. Sententiae Cassii, ut nemo unus contra ire ausus est, ita dissonae voces respondebant, numerum, aut aetatem, aut sexum, ac plurimorum indubiam innocentiam miserantium. Praevaluit tamen pars, quae supplicium decernebat. Sed obtemperari non poterat, conglobata multitudine et saxa ac faces minitante. Tum Caesar Po

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44. Giova cercare argomenti in cosa, che i più sapienti deliberarono? Ma e se or dovesse la prima volta decidersi, credete forse che un servo prendesse cuore di uccidere il suo padrone, senza che gli sfuggisse un minaccevole accento? senza che motto incauto ne prorompesse ? Certo il disegno occultò; preparò segretamente il pugnale: trapassò forse le guardie, apri la camera, recovvi il lume, compiè l'eccidio, tutti ignorandolo ? Mille segnali un misfatto annunziano. Se li palesino i servi, possiamo soli tra molti vivere, sicuri fra irrequieti; morire al fine, se morir dessi, ma vendicati fra malfattori morire. Sospetti a' nostri maggiori furon gl' ingegni de' servi, quand' anche nelle campagne, o nelle stesse case nascevano, e coll' amor de' padroni s' ingeneravano. Ma poichè abbiamo nazioni nelle famiglie, di vario rito, di religione straniera o niuna, può la paura sola tanta ciurmaglia comprimere. Ma periranno alcuni, innocenti. Ed, allorchè d'un esercito sbaragliato s'uccide uno ogni diece, traggonsi a sorte anche i prodi. V'ha in ogni grande esempio qualche privata ingiustizia, che dalla pubblica utilità si compensa.

45. Alla sentenza di Cassio, come niuno ardi contradire, così un frastuono rispose di voci commiseranti il numero, o l'età, o 'l sesso, e l' innocenza indubitata de' più. Prevalser pure coloro, che decretavano morte; ma non poteva obbedirsi per il gran volgo addensatosi a minacciar sassi e fiamme. Allora Česare con Editto rampognò

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