Page images
PDF
EPUB

innanzi tre libri intorno alla ragione poetica della Divina Commedia, distribuiti secondo le tre cantiche, e divisi in capitoli secondo l'ordine dei canti.

Noi confessiamo di non aver ben compreso che, cosa voglia significare il sig. Scolari con questa frase ragione poetica della Divina Commedia, nè che cosa debba essere questo trattato della ragione poetica diviso in altrettanti capitoli quanti sono i canti del poema, se ciò non fosse per avventura l'illustrazione delle parole e dei passi tutti dell' autore. Ma subito dopo egli parla principalmente della allegoria del poema, alla quale non crediamo che sia necessaria una trattazione divisa in parti sì numerose. Checchè ne sia, il far conoscere questa allegoria è impresa di somma importanza e di somma difficoltà. Le allusioni e le allegorie erano di moda nel secolo dell' Alighieri; egli seguitò in questa parte la corrente e non potè evitare del tutto le confusioni e le dubbiezze che tengono sempre dietro a questa maniera di componimenti, e che debbono di necessità aumentarsi quanto più diventano vecchi. Lo Scolari non vuol sottoscrivere alle allegorie del Lombardi, del Biagioli e del Marchetti, e propone la seguente.

[ocr errors]

La malvagia condizione in cui Dante trovò la re-. pubblica Firentina e gli altri Stati d'Italia quando arrivò al governo della sua patria lo fecero accorto che la via del ben pubblico e privato era smarrita, talmente che si trovò egli medesimo trascinato in una deserta e selvosa valle, quella realmente dell' esílio e della miseria. Ciò non ostante mirando egli sempre al dilettoso monte della pubblica felicità alla quale sembravagli che il raggio del celeste favore cominciasse ad arridere, molto si adoperò per conseguirla, é ne concepì buone speranze. Ma fu in ciò contrariato dai vizj di Firenze, dalle viste ambiziose di Francia, e da quelle di Roma. Laonde solo conforto gli rimase lo studio: e mentre sperava che la virtù militare di Can Grande operasse

[ocr errors]

una politica ristaurazione, egli si accinse alla ristaurazione morale e religiosa della sua gente, dandosi a scrivere un poema che fosse maestro di rettitudine, punitore dei vizj e premiatore immortale della virtù. E a tanto sperò di giungere la mercè di Beatrice, la quale in figura della sapienza, permettendolo la divina bontà, è mossa a soccorso di Dante dalla grazia celeste, che illumina.

[ocr errors]

Quest' allegoria pertanto si accosta non poco a quella del Marchetti; e lasciando in disparte l'idea che il poeta parlasse de' suoi vizj, e da questi traesse principio a così alto poema, gli accresce splendore e importanza. Ma non possiamo però acquietarci neppure a questa interpretazione dello Scolari; e ne diremo brevemente le principali ragioni.

Nel mezzo del cammin di nostra vita

Mi ritrovai per una selva oscura

Che la diritta via era smarrita.

Dunque la via era nella selva, e Dante dovette in questa selva trovarsi prima di avvedersi ch' essa era smarrita. Ma lo Scolari inverte 1' ordine di queste idee dicendo che il poeta si accorse, essere si smarrita la via del pubblico e privato bene, che egli medesimo fu trascinato nella selva, cioè nell'esilio.....

Io non so ben ridir .com' io v'entrai,

Tant era pien di sonno in su quel punto...
Che la verace via abbandonai.

Ma il nostro poeta aveva dunque anch' egli abbandonata la via del pubblico e del privato bene? Era forse anch' egli offeso da que vizj e da quella confusione per cui, al dire dello Scolari, egli si era avveduto che la predetta, via sera smarrita?....... Se poi la lupa rappresenta la corte di Roma, come può dirsi che Can Grande la caccerà per ogni

villa

גי

Fin che l'avrà rimessa nello Inferno
La onde invidia prima dipartilla?...

[ocr errors]

Chi ha mai data quest'origine alla corte di Roma? A noi pare oltre a ciò che il poeta ponesse le sue speranze nell'imperio, piuttosto che in Can Grande: ed era ben ragionevole.

Finalmente poi non possiamo persuaderci che l'Alighieri facesse precipuo ed unico scopo del suo poema la ristaurazione morale e religiosa de' suoi concittadini. Ben sappiamo che tutti i grandi scrittori, e più di tutti veri primitivi poeti, indirizzarono sempre la forza del loro ingegno al pubblico bene. E Dante che fu tenero della " patria che sentiva sì addentro le sventure di tutta Italia,› ed era poeta quant' altri mai, non avrebbe certamente durato tanti anni nel compimento di un' opera che non si riferisse a questi oggetti dai quali era del continuo signoreggiato. Ma ci par naturale eziandio clie un uomo esule, infelice, desideroso della patria, e che non lasciò intentata nè la forza, nè le oneste preghiere per ritornarvi, cercasse e sperasse (come opina il Marchetti) di poter vincere lo sdegno de' suoi concittadini coll' altezza del prio ingegno. Alla quale interpretazione concordano si bene quei versi che stanno appunto presso la fine di tutto il poema:

Se mai continga che il poema sacro

[ocr errors]

Al quale ha posto mano e cielo e terra Si che m' ha fatto per molti anni macro, Vinca la crudeltà che fuor mi serra

Del bello ovile, ov' io dormii agnello Nemico ai lupi che gli danno guerra, Con altra voce omai, con altro vello Ritornerò poeta, ed in sul fonte

Del mio battesmo prenderò il cappello.

pro

Noi non faremo parola delle altre parti del ragionamento dello Scolari, dove tratta dell' adornare di rami la Divina Commedia, e di simili altri argomenti, troppo, al parer nostro, disgiunti da ogni utilità o importanza. Nè taceremo che di tutte le cose in quest' operetta proposte per giovare alla Bibl. Ital. T. XXXIV.

4

intelligenza della Divina Commedia, soltanto alla vita e ad una illustrazione si delle parole e sì dei fatti che soccorra di mano in mano il lettore, accorderemmo posto di buona voglia in un' edizione di questo sublime lavoro; lasciando che di tutte le altre notizie si prepari fornito lo studioso. Del resto non sarà gran danno se anche l' allegoria principale a cui pensò il poeta, continua a restare ignota od incerta, purchè s'impari a imitarlo condegnamente. L'Alighieri dice che Virgilio fu suo maestro e suo autore, e che da lui tolse lo stile che gli ha fatto onore. Ora si ponga mente in qual guisa imitasse egli il suo modello, come da lui togliesse il suo stile, e quale ampia idea accoppiasse egli a questa parola, e vedrassi quanto si dilungano dalle dot-. trine di Dante coloro che lo predicano loro maestro, ed altro non fanno che andar ripetendo le sue immagini ed i suoi modi. Perocchè si fanno servi alla scuola di chi fu sempre originale.

་ ་

PARTE II.

SCIENZE ED ARTI MECCANICHE.

51

Memorie dell I. R. Istituto del regno Lombardo-Veneto. Volume I, anni 1812 e 1813 (V. vol. 31 · pag. 205 di questa Biblioteca). Memorie matematiche e fisico-matematiche.

Dopo aver reso conto nei precedenti volumi di questa

Biblioteca delle Memorie concernenti alla letteratura, alle scienze morali e politiche, alla fisica, alla storia naturale ed alla medicina, restaci da far un breve cenno di quelle che risguardano le matematiche pure ed applicate.

La prima dissertazione che s'incontra nella presente raccolta appartiene alle matematiche pure, e porta per titolo: Esposizione dei principj da cui il sig. prof. Ruffini deriva la sua dimostrazione sull' impossibilità della soluzione algebraica delle equazioni superiori al quarto grado, ed è opera del sig. Caccianino, già direttore della scuola militare di Modena.

La soluzione delle equazioni algebraiche del secondo grado era nota a Diofanto, e poteva ancora facilmente dedursi da alcune proposizioni di Euclide; pare ciò non ostante che i primi algebristi italiani l'abbiano piuttosto imparata dagli Arabi. Agli Italiani devesi interamente la soluzione delle equazioni di terzo e quarto grado; ma tutti i tentativi fatti dappoi per risolvere quelle del quinto e de' gradi superiori sono riusciti infruttuosi, o tutt' al più hanno somministrato il modo di trovar le radici di certe classi particolari di equazioni, quali sono le reciproche, che sempre si possono abbassare ad un grado minore della metà, e quelle a due termini che l'ingegnosissimo prof. Gauss iusegnò a decomporre in altre di grado successivamente minore.

« PreviousContinue »