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malato. Se per trascuranza del male, o sua indomabile tendenza al grado massimo, l'occhio comincia a versare un umore puriforme e verdastro, l'uso del sublimato non giova per niente, e sono da praticarsi invece le cacciate di sangue universali e locali, i purganti, i vessicatorj alle braccia, i senapismi ai piedi, le injezioni dell' acqua pura dentro l'occhio, le unzioni sulle ciglia coll' unguento di olio e cera, e sulla fronte coll' olio di jusquiamo ove il dolore sia atrocissimo. Le conseguenze dell' infiammazione violenta esigono quei soccorsi, che possono convenire nella diversità dei casi.

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3. Stadio. L'ottalmia che vi giunge senza aver percorso i più gravi sintomi, è facilmente guarita coll' uso del sublimato corrosivo quattro volte al giorno. Ove la superficie granulosa delle palpebre tardi a dileguarsi, si praticano su dise esse delle strisciate di pietra infernale. Queste giovano pur anco, insieme colla opportuna fasciatura, se dopo una maggiore violenza del male osservasi un mostruoso rovesciamento delle palpebre in fuori: se ciò non basta, si recide colle regole conosciute una porzione della superficie vellutata. Quando il sublimato corrosivo e la pietra infernale non valgono a sradicare l'ingorgo cronico delle palpebre e la blenorea, si fa uso della pomata di Janin, dell' unzione mercuriale sull' esterno delle palpebre, o del laudano liquido sull' occhio, o dell'acqua con pietra divina.

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I risultamenti ottenuti colla pratica del sublimato corfosivo, e di altri rimedj impiegati nella cura della de scritta ottalmia, si potranno conoscere colla lettura delle Osservazioni stesse.eni,

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Osservazioni micologiche ed enumerazione storica di tutti i funghi della provincia pavese, coi caratteri onde distinguere le buone dalle ree specie, e varieta loro. Sintomi dell' avvelenamento con L migliori soccorsi che prestar debbonsi in simili casi, del dottor fisico Giuseppe BERGAMASCHI, assistente alla cattedra di botanica nell' I. R. Università di Pavia (Continuazione. Vedi tom. 27. pag. 68 e 228, 30. pag. 92, 31. pag. 63, 32. pag. 70 e ! 34. pag. 59 di questa Biblioteca).

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24. Agaricus coprinus congregatus.

A. confertus, pileo digitaliformi sub finem latescente, colore dilute flavo, lamellis albis, dein nigrescentibus, stipite nudo. D. C. Syn. tab. 398. ic. Bull. tab. 1. 94uling Amanita congregata. Lamarck. dict. 1. p. 110.

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L peduncolo di questo agarico è bianco, nudo, cilindrico, presso che sempre fistoloso, glabro, lungo da quattro a cinque centimetri al più. Il suo cappello ha la forma d' un' avellana, indi si allarga alquanto nella vecchiaja: i lembi sono sinuosi ineguali, il suo diametro non oltrepassa un centimetro. La superficie è gialla, umida, un poco glutinosa: ha poca carne: le lamelle bianche in gioventù, si fondono poscia in acqua nera: sono ineguali libere, dritte. Esso è comune in estate all'ombra dei giardini, delle allee, dei boschi. Bulliard lo riguarda una varietà del Micaceus.

25. Agaricus coprinus fimiputris.

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A. pileo campanulato-viscoso flavescente, lamellis adscendentibus cinereo-nigrescentibus nebulosis, stipite longo anulato, fusco. D. C. Syn. p. 399. Persoon. Syn. n. 407. ic. Bull. tab. 66.

Il peduncolo è lungo da dodici a diciotto centimetri, cilindrico, glabro rossigno, fistoloso in tutta la lunghezza; avente una segnatura sopra il cappello, che è nera e cit colare. Egli è poco carnoso: ha piccola figura di cainpana,

un poco conica, poco- i suoi lembi si rialzano, divenendo piano: il colore che prima era giallastro divien grigio e nerastro, colla superficie lucente allorchè invecchiato, le lamelle sono numerose ineguali, nerastre aderenti al peduncolo, in modo da lasciare la traccia sopra di lui, quando pure gli vengano tolte. Cresce in autunno nei giardini, negli orti a settentrione, ed anco nelle serre calde, e in tutti que' luoghi ove ponsi terra ammucchiata.

26. Agaricus pleuropus papilionaceus.

A. pileo campanulato, fuligineo subnigrescente, lamellis totis Sadnexis cinereo-nigroque variis, margine albidis, stipite nudo. D. C. Syn., n. 400. Persoon. Syn. 410. ic. Bull. tab. 58 et tab. 561, fig. 2.

Agaricus varius. Persoon. Icon. et descript. 2, p. 40.

Il peduncolo è giallastro, nudo, cilindrico, glabro, lungo da otto a dieci centimetri, non continuato col cappello, vuoto in gioventù. Il cappello príma conico, e poscia a campana d'un giallo sporco, alquanto fimbriato ai lembi non oltrepassando i quattro cencon poca carne, " timetri di diametro: le lamelle sono larghe, ineguali, punteggiate da macchie eguali a quelle delle ali d'alcune farfalle, aderenti col peduncolo in modo da lasciarne la traccia quando venissero levate, ed invecchiando divengono nere siccome l'inchiostro. Questo fungo è fugacissimo. Cresce in estate nei boschi nei giardini sopra le corrotte foglie.

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La quinta sezione comprende le pratelle (Pratella PerSoon). Nissuna volva; peduncolo centrale, nudo e munito di anello: lamelle che anneriscono senza fondersi allorchè vecchi. Cappello carnoso.

PRATELLE.

Pileus carnosus subdeliquescens, lamella nebulosa, seu variegatæ, aut subaquoso molles.

27. Agaricus pratella campestris.

A. gregarius magnus pileo candido, lævi aut obsoleto squamoso lamellis rubris, stipite longo, bulboso, annulo manifesto. Persoon. Syn. 418. D. C. Syn. idem.

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Agaricus campestris. Var. B. Linn. 1641. Schoeffer. Fung. tab 310, 31. Persoon. Syn. 418.

Agaricus edulis. Bull. herb. tab. 514.

Agaricus arvensis. Schaffer tab. 310, 311. Fungo pratajuolo maggiore, bianco, buono. Vern. Fung. gallinas.

Il peduncolo di questo agarico è bianco, pieno, glabro, cilindrico, qualche volta rigonfio alla base, d'un giallo pallido. Avvene una varietà bianca, scagliosa con macchie gialle, ed una varietà a carne durissima che di leggieri lascia l'epidermide : le lamelle ordinariamente sono al nascere suo rossigne, indi divengono brune o nerastre, sebbene qualche volta cominciano dall' essere bianche. Sono ineguali, strette, distinte dal peduncolo, ricoperte alla. nascita da una membrana bianca, che lacerandosi ne lascia de' pezzi ai lembi del cappello, e forma un anello più o meno completo intorno allo stipite. Cresce in ogni tratto di terreno, nei prati, nei boschi, nei giardini, e coltivasi pure, essendo egli dei più delicati. Guardisi però dal confonderlo coll'Ag. bulbosus.

28. Agaricus pratella semiorbicularis.

A. pileo concolore lævi nitido hæmisferico, laminis liberis numquam maculosis, stipite recto, firmo, nudo. D. C. Syn. 410. ic. Bull. tab. 22 f. I.

Il suo peduncolo è giallastro, nudo, lungo da quattro a cinque centimetri, cilindrico, ricoperto da una corteccia che puossi staccare interamente dal canale fistoloso : il cappello è emisferico in presso che tutta la sua vita: qualche volta divien concavo, ed è largo due centimetri. La superficie è liscia, lucente, giallastra: le lamelle sono numerose, ineguali, larghe, libere, prima d' un bianco grigio; poscia gialle, e per ultimo fuligginose, ma di vengono giammai screziate. Cresce in ogni stagione ai jati delle strade, e specialmente dopo le pioggie.

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29. Agaricus pratella amarus.

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caespitosus magnus, pileo carnoso, subviscoso, lateritio margine flavescente, lamellis distinctis, subnebulosis virescente cinereis, stipite longo, subsolido, annulo fisso nigrescente. D. C. Syn. n. 412. Persoon. Syn. p. 421. ic. Bull. tab. 30 et tab. 56a. Flor. dan. tab. 810. Schaffer. Fung. bav. tab. 44, fig. 4, 5.

Il peduncolo è nudo, cilindrico, fistoloso, un poco ritorto, lungo da sei ad otto centimetri, giallo, con piccole

punteggiature nerognole. Il cappello prima è emisferico, indi convesso, poscia piano, o un poco concavo giallo, sovente più infossato nel centro. È poco carnoso, la superficié è arida, ed ha quattro centimetri di diametro. Le lamelle sono d'un grigio verdognolo, ineguali, distinte dal peduncolo in tempo di gioventù. L'odore di questo fungo è piacevole, ma il sapore è molto amaro. Cresce in luglio ai lembi delle strade, all'ombra dei boschi, unitó insieme a molti individui. È cattivo. Lo trovai più volte per andare a S. Pietro in Verzolo.

30. Agaricus pratella melanospermum.

A. pileo carnoso, convexo, flavescente, lamellis rotundatis subadnexis, primo flavescentibus, demum nigris, stipite albido annulato deorsum incrassato. Persoon. Syn. p. 426. D. C. Syn. n. 416. ic. Bull. tab. 540,

Il peduncolo è carnoso, pieno, biancastro, bulboso alla base, cilindrico, munito d'anello: il cappello prima emisferico, poscia piano, bianco sopra i lenibi, giallo verso il centro: largo da quattro centimetri, un poco carnoso glabro. Le lamelle ineguali, decorrenti sopra il gambo, prima giallastre, indi sul finire di loro vita nere, ed in gioventù ricoperte da quella membrana che poscia ne forma il collare. Trovasi nei boschi del Ticino. Non è buono.

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31. Agaricus pratella pulverulentus.

A. caespitosus ochraceus pileo in medio protuberante, lamellis adnexis prima ætate obtectis, membrana alba, ad marginem pilei lacera persistente. D. C. Syn. n. 411. Persoon. Syn. p. 421. ic. Bull. tab. 178. Balt. fung. tab. 29. Batsch. elem. fung. tab. 7, fig. 19.

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Agaricus fasciculatus. Persoon. Syn. 421.

Agaricus hybridus. Bull. Herb. tab. 390.

Agaricus pomposus. Bolt. Fung. t. 5. Fasciculosus. Variet. 3. Withering. arrong. 4, p. 269.

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Questo agarico è di un giallo fulvo più o meno carico; il peduncolo è cilindrico, fistoloso, glabro, continuato colla carne del cappello, lungo da sette ad otto centimetri al più. Il cappello prima è conico, poscia dilatasi, ma restando sempre protuberante nel centro: la superficie sua è àrida, ed è poco carnoso, ed arriva a cinque, sei centimetri di diametro. Le lamelle sono numerose, ineguali, Bibl. Ital. T. XXXIV.

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