Smith College Studies in Modern Languages, Volumes 3-4

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Depts. of Modern Languages of Smith College, 1922 - Languages, Modern

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Popular passages

Page 199 - Sì che ogni parte ad ogni parte splende. Distribuendo ugualmente la luce: Similemente agli splendor mondani Ordinò general ministra e duce, Che permutasse a tempo li ben vani, Di gente in gente e d'uno in altro sangue, Oltre la difension de...
Page 224 - ... loro modi ostinati, sono felici mentre concordano insieme, e come discordano infelici. Io iudico bene questo, che sia meglio essere impetuoso che respettivo, perché la fortuna è donna: ed è necessario, volendola tenere sotto, batterla e urtarla. E si vede che la si lascia più vincere da questi che da quelli che freddamente procedono. E però sempre, come donna, è amica de' giovani, perché sono meno respettivi, più feroci, e con più audacia la comandano.
Page 199 - Quest' è colei, eh' è tanto posta in croce Pur da color, che le dovrian dar lode, Dandole biasmo a torto e mala voce. Ma ella s' è beata, e ciò non ode : Con 1' altre prime creature lieta Volve sua spera, e beata si gode.
Page 181 - But ye are they that forsake the Lord, that forget my holy mountain, that prepare a table for that troop, and that furnish the drink offering unto that number.
Page 226 - Chi considera bene non può negare che nelle cose umane la fortuna ha grandissima potestà, perché si vede che a ogn'ora ricevono grandissimi moti da accidenti fortuiti, e che non è in potestà degli uomini né a prevedergli né a schifargli ; e benché lo accorgimento e sollecitudine degli uomini possa moderare molte cose, nondimeno sola non basta, ma gli bisogna ancora la buona fortuna.
Page 224 - Nondimanco, perché il nostro libero arbitrio non sia spento, iudico potere essere vero che la fortuna sia arbitra della metà delle azioni nostre, ma che etiam lei ne lasci governare l'altra metà, o presso, a noi. E assomiglio quella a uno di questi fiumi rovinosi, che, quando s'adirano, allagano e...
Page 147 - Sardanapalli. monstro quod ipse tibi possis dare, semita certe tranquillae per virtutem patet unica vitae.
Page 224 - Al che pensando io qualche volta , mi sono in qualche parte inchinato nella opinione loro. Nondimanco perché il nostro libero arbitrio non sia spento, giudico potere esser vero che la fortuna sia arbitra della meta delle azioni nostre, ma che ancora ella ne lasci governare 1* altra metà, o poco meno, a noi.
Page 220 - Però noi non facciam mai ignun disegno, ch'un altro non ne faccia la Fortuna; e da sempre nel brocco a mezzo il segno sanza pietà, sanza ragione alcuna: questa persegue i buon, perché gli ha a sdegno, insin che v'è delle barbe solo una; e fa de* inatti savi ei savi matti, e chi prestar vorrebbe, ch'egli accatti.
Page 161 - Nullus sibi proponat fatum vel fortunam, aut genesin, quod vulgo nascentia dicitur, ut dicat ' qualem nascentia attulit, taliter erit ; ' quia Deus omnes homines vult salvos fieri, et ad agnitionem veritatis venire.

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