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soccorsi da Simmaco. Ma Teodorico che di tutt'altro si curava, mosse in quell' anno guerra ai Bulgari, i quali, terribili divenuti sulle rive del Danubio, invasa avevano più volte la Tracia e la stessa Costantinopoli minacciata. Teodorico ritolse loro la Pannonia inferiore o Sirmiense, il che tanto più agevole gli riuscì, quanto che il suo dominio egli estendeva allora su tutta la Dalmazia, ed anche nel Norico, onde ai confini innoltravasi della Pannonia. Ennodio nel suo panegirico di quel re parla del ricuperamento fatto della città di Sirmio, riguardata come confine dell'Italia, o piuttosto del distrutto impero occidentale, dalle mani dei Gepidi, il di cui re Trasarico molestava di continuo le romane frontiere ; e narra che quel re intimorito dalle forze spedite a quella volta da Teodorico, ritirossi sull'altra sponda del Danubio; Giornande soggiugne che nella occupazione di Sirmio fu fatta prigioniera la madre di Trasarico ma alcuna violenza non fu usata agli abitanti. Nominati veggonsi in questo Juogo Pitzia ed Arduico, comandanti Goti

da Teodorico spediti a quella impresa; il primo de' quali conte e personaggio di-, stinto della corte, quello fu che di Sirmio si impadronì. Sabiniano fu quindi eletto console nell'Oriente, Teodoro nell'Occidente e questo, spedito di là a 20

anni da Teodorico ambasciatore a Costantinopoli, finì per farsi monaco. Mundo intanto o Mundone, Unno di nazione, e discendente di Attila, sebbene Goto si asserisca da alcuno storico, fuggendo dai Gepidi, occupato aveva alcune terre incolte e disabitate di là dal Danubio; e divenuto capo di un' orda numerosa di masnadieri, passato era al di qua, e da una torre chiamata Erta, dove erasi rafforzato, molte scorrerie faceva sulle terre de' Romani ed assunto aveva tra' suoi il titolo di re. Forse attaccò egli l'Illirio orientale, perchè Sabiniano l'ordine ricevette da Anastasio di reprimere la di lui insolenza, e questi unitosi coi Bulgari, Mundone rinserrò presso il fiume Margo, in luogo d' onde uscire non poteva senza battaglia. Quell'usurpatore che stretto aveva già da prima amicizia coi

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Goti della Pannonia, invocò il soccorso del loro re Teodorico, e questi recatosi in persona, come Ennodio narra, ad assisterlo, sgominò i Bulgari ed i Greci

e sebbene un' armata avesse molto inferiore di numero, ampia strage fece dei nemici, e le bandiere loro tolse e tutti i carriaggi conquistò. Mundone che della salvezza sua andava debitore a Teodorico, si assoggettò al di lui dominio; ma per quello avvenimento fu rotta la buona armonia che passava tra esso e l'imperatore Anastasio. Teodorico spedì il conte Colosseo governatore della Pannonia Sirmiense, e gli ingiunse di riformare in quella provincia gli abusi e tra questi il costume forse colà frequente delle monomachie o dei duelli. Singolari sono le parole colle quali si scaglia quel principe contra quest' uso in una lettera diretta a tutti i Romani e i barbari abitanti nella Pannonia, rappresentando loro che alla giustizia e non alla sorte dell' armi rimettere si dee la decisione delle liti. Alcuna osservazione fare si potrebbe sulla condotta di Teodorico, che sostenuto,

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secondato e favorito dall'imperatore d'Oriente, si volse ad un tratto a combattere e distruggere uno de' suoi eserciti ; ma forse già entrava nella politica dei Goti la ragione di stato, divenuta in tempi posteriori l'oracolo de' sovrani. Quel re fatto di recente signore della Pannonia ambiva di consolidare e rafforzare da quel lato il suo dominio, egli doveva quindi assistere Mundone, uomo coraggioso ardito, intraprendente, perchè se questi vinto avesse, di lui preda sarebbe caduta quella provincia, e se alle forze de' nimici suoi avesse dovuto succumbere i Bulgari, già luttanti apertamente con Teodorico, invasa l'avrebbero di bel nuovo, o fors' anche occupata l' avrebbero i Greci. Fondo probabilmente Teodorico i suoi calcoli sulla debolezza dell' impero orientale; da diverse parti attaccato e governato da un sovrano teologo, non guerriero, e fors' anche ebbe in vista che quanto più si abbattevano le forze dei Greci, tanto più il di lui potere si assi curava e si ingrandiva nell' Occidente. Questi furono i principj politici che Teodo

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rico condussero ad operare ostilmente contra Anastasio, benchè non veggansi da alcuno antico o moderno storico rammentati. Anastasio intanto dall' ordine dei difensori o avvocati e fors' anche dalla milizia palatina escludeva gli eterodossi cioè quelli che egli guasto nella sua credenza, come non cattolici riguardava.

7. Dei due consoli seguenti Ariobindo creato per l' Oriente, figliuolo era di Dagalaifo, e nepote di altro Ariobindo stato console esso pure; Messala eletto per l'Occidente era figliuolo egli ancora di Fausto e fratello di Avieno. Nacque in quell'anno guerra tra Clodoveo re dei Franchi ed Alarico re dei Visigoti nelle Gallie. Molti pretesti si assegnano dagli storici di quella discordia, ma il più probabile fondamento trovasi nell' ambizione di Clodoveo, il quale divenuto cattolico, i Galli cattolici fomentava a scuotere il giogo dei Visigoti ariani; così la religione serviva già di pretesto alla vanità insensata dei principi ed alle mire più turpi della umana politica. Teodorico che suocero era di Alarico, studiossi di ammor

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