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terio di Giulia, Augusto confinò questo nipote suo di sorella, tenero ancora, nella città di Marsiglia, ove in sembianza di studio esule si vivesse. Pur gli si fecero onoratissime esequie, e per decreto dei Padri si trassero le sue ossa a riposar con gli Ottavj.

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45. Sotto gli stessi Consoli delitto atroce s'ardì in Ispagna da un campagnuolo di Termes. Assaltò questi improvvisamente il pretore della provincia, Lucio Pisone, sbadatosi per la pace, e con un colspense: e a tutta briglia cacciatosi per i boschi, lascia il cavallo, e per dirupi e per balze involasi a chi l'insegue; ma non a lungo celossi : perocchè, presone e trattone per que' villaggi il cavallo, si chiarì pur di chi fosse; e ritrovato, e sforzato con i tormenti a svelare i complici, in suo linguaggio ad alta voce gridò, che invano lo tormentavano: stessero pure a guardarlo i complici: nessun dolore gli strapperebbe di bocca la verità. E, ricondotto il dì seguente a' tormenti, di sì gran forza si sprigionò da' custodi, e diè di testa in un sasso, che spirò subito. Ma credesi Pisone ucciso per trama de' Termestini, perchè esigeva i danari frodati al pubblico con più durezza, che non sopportano i barbari.

46. Consoli Lentulo Getulo e Cajo Calvisio, si decretarono le trionfali insegne a Poppeo Sabino per aver domi que' Traci, che rozza vita, e perciò tanto più fiera, menavano per le montagne. Li mosse ad ira, oltre la cruda indole, il non volere sopportar leve, e dare i più forti giovani a' nostri

dare adspernabantur; ne Regibus quidem parere, nisi ex libidine, soliti; aut, si mitterent auxilia, suos ductores praeficere, nec nisi adversum accolas belligerare. Ac tum rumor incesserat, fore ut disjecti, aliisque nationibus permixti, diversas in terras traherentur. Sed, antequam arma inciperent, misere Legatos,amicitiam, obsequiumque memoraturos; et mansura haec, si nullo novo onere tentarentur: sin, ut victis, servitium indiceretur, esse sibi ferrum et juventutem, et promptum libertati, aut ad mortem, animum. Simul castella rupibus indita, conlatosque illuc parentes,et conjuges ostentabant, bellumque impeditum, arduum, cruentum, minitabantur.

47. At Sabinus, donec exercitus in unum conduceret, datis mitibus responsis,quum Pomponius Labeo e Moesia cum legione, Rex Rhoemetalces cum auxiliis popularium, qui fidem non mutaverant, venere; addita praesenti copia, ad hostem pergit, compositum jam per angustias saltuum. Quidam audentius apertis in collibus visebantur: quos Dux Romanus, acie suggressus,haud aegre pepulit, sanguine barbarorum modico, ob propinqua suffugia. Mox, castris in loco communitis, valida manu montem occupat, angustum, et aequali dorso continuum usque ad proximum castellum, quod magna vis armata, at incondita, tuebatur. Simul in ferocissimos, qui ante vallum, more gentis, cum carminibus et tripudiis persultabant, mittit delectos sagittariorum. Ii, dum eminus grassabantur, crebra et multa vulnera fecere; propius incedentes,

eserciti: usi a non obbedire, se non di grado, anche a' re; o, se mandassero ajuti, ad aver suoi condottieri, e solo in su' confini combattere. E allora romoreggiavasi che, sbandati e mischiati con altre genti, in estranee terre sarebbero strascinati. Ma prima di romper guerra mandarono a ricordar l'amicizia e l'ossequio loro ; e tali persisterebbero, se nuovi carichi non li gravassero : se poi trattarli pensavasi come schiavi, ferro aver essi, gioventù, e cuore da cader morti,ma liberi. E le lor rocche mostravano in sulle rupi, e là raccolti i genitori e le mogli;e sanguinosa guerra, guerra aspra, orribile, minacciavano.

47. Ma Sabino, dando cortesi risposte sinchè riunisse gli eserciti, poichè fu giunto Pomponio Labeone con la legione di Mesia, e il re Remetalce con il rinforzo de' Traci che saldi in fede si tennero, da tali ajuti inforzato mosse contro il nemico, ch'era in sull'armi agli stretti delle boscaglie. Alcuni più arditamente mostravansi per le scoperte colline; ma, chetamente avanzatosi il capitano romano, agevolmente gli dissipò, con poca strage de' barbari per i vicini rifugj. Quivi accampatosi, con poderosa squadra s' impadronisce d' un' monte, il cui stretto dosso stendevasi pianamente sino al vicino castello, che da gran forza, ma sregolata, guardavasi. Sospinge insieme contro i più fieri, che innanzi al campo a lor uso con suoni e canti danzavano, il fior de' suoi lanciatori. Sino che questi saettarono di lontano, molti straziarono impunemente fattisi più d'appresso, furono

eruptione subita turbati sunt, receptique subsidio Sugambrae cohortis, quam Romanus promptam ad pericula, nec minus cantuum et armorum tumultu trucem, haud procul instruxerat.

48. Translata dehinc castra hostem propter, relictis apud priora munimenta Thracibus, quos nobis adfuisse memoravi. Iisque permissum vastare, urere, trahere praedas: dum populatio lucem intra sisteretur, noctemque in castris tutam et vigilem capesserent. Id primo servatum: mox versi in luxum, et raptis opulenti, omittere stationes; lascivia epularum, aut somno et vino procumbere. Igitur hostes, incuria eorum comperta,duo agmina parant; quorum altero populatores invaderentur, alii castra Romana adpugnarent, non spe capiendi, sed ut clamore, telis, suo quisque periculo intentus, sonorem alterius praelii non acciperet. Tenebrae insuper delectae, augendam ad formidinem. Sed qui vallum legionum tentabant, facile pelluntur. Thracum auxilia, repentino incursu territa, cum pars munitionibus adjacerent, plures extra palarentur, tanto infensius caesi, quanto perfugae et proditores ferre arma ad suum patriaeque servitium, incusabantur.

49. Postera die Sabinus exercitum aequo loco ostendit, si barbari, successu noctis alacres, praelium auderent. Et postquam castello, aut conjunctis tumulis non degrediebantur, obsidium coepit per praesidia, quae opportune jam muniebat: dein fossam, loricamque contexens, quatuor millia passuum ambitu amplexus est:

ributtati da un'improvvisa irruzione, e raccolti da una coorte Sicambra, che poco lungi tenevasi dal capitano romano, ad ogni periglio pronta, nè men per strepito di canti e d'armi tremenda.

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48.Quindi accostossi il campo al nemico,lasciando a'vecchi riparii Traci, che a nostro ajuto già mossero; con il permesso che devastassero,ardessero, depredassero tutto il di, purché guardasser nel campo sicuramente la notte". Tali dapprima si tennero: datisi poscia, pieni di preda, a gozzovigliare, lascian le poste, stramazzano di vino, crapola, e sonno. Chiariti dunque i nemici di tale trascuratezza, apprestano due squadroni, uno a sorprendere i predatori, l'altro per assaltare il campo romano, non con animo di espugnarlo, ma perchè ognuno, i dardi e gli urli inteso al proprio pericolo, non avvertisse il fragore dell' altra zuffa. Si scelse oltracciò la notte per aumentar lo spavento. Ma que', che sforzavan l' argine, agevolmente si ruppero. Gli ajuti Traci, atterriti dall'improvviso assalto, parte sdrajati lungo i ripari, i più sbrancati a predare, con tanto maggior furore si trucidarono, in quanto che si tenevano per fuggitivi, per traditori, che por volcano la patria e loro stessi in servaggio.

49. Il di seguente Sabino schiera in un piano l'esercito, se pure i barbari, inanimiti da quella notte, ardissero d'azzu ffarsi. Ma poichè dalla rocca e dalle alture contigue non si partivano, ad assediarli si accinse con forti all'uopo guerniti; quindi pel giro di quattro miglia con fossi e con trincee gli serrò: per tor poi loro pastura ed acqua, a poco a Annali Tom. II.

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