Page images
PDF
EPUB
[ocr errors]

che in esso adopra l' Alighieri rispetto alla sua diletta Beatrice, si riconoscono dettate da un calore di sentimento e di affetto, che mostra una piaga piuttosto recente: Appresso lo trapassamento di quella Beatrice beata, che vive in cielo con gli angioli, e in terra colla mia anima.1 E quest'anima non è altro che un pensiero, che commenda e abbellisce la memoria di quella gloriosa Beatrice.' Così certo sono ad altra vita migliore dopo questa passare, là dove quella gloriosa donna vive, della quale fu l'anima mia innamorata.3 In terzo ed ultimo luogo, il commento, non che la canzone, deducesi anteriore al 1300, dall' osservare per altro lato cosa già veduta più sopra, la ritrattazione, io voglio dire, dell'opinione sull'ombra lunare; venendo così lo stesso passo ad offrire più e diversi argomenti al nostr' uopo. Sarebbe assunto inutile affatto il dimostrare come tutto ciò, che nel tripartito poema si dice e si annunzia a modo di cosa presente, dee, e non altrimenti, riferirsi all' aprile del 1300. Vi si parla di Guido Cavalcanti, vivente tuttora: e Guido infatti morì nel 1301. Vi si discorre dell' esilio del Poeta, come di cosa avvenire; e l'esilio avvenne nel 1302. Vi si predice prossima a succedere la cattura di Bonifazio in Anagni; e questa successe nel 1303. Ma, e a che bisogno di prove, dacchè non èvvi alcun che lo ignori? Nella terza cantica della Divina Commedia narra il Poeta, come Beatrice,

« Quel Sol che pria d'amor gli scaldo petto

[ocr errors]

gli discuoprisse l'amabile aspetto della verità, e come per mezzo di argomenti e d'esempi gli facesse conoscere la falsità della sua opinione intorno le macchie lunari, convincendolo appieno e determinandolo a ricredersi: "

Ma dimmi quel che tu da te ne pensi.
Ed io: Ciò che n'appar quassù diverso,
Credo che fanno i corpi rari e densi.
Ed ella: Certo assai vedrai sommerso

Nel falso il creder tuo, se bene ascolti
L'argomentar ch' io gli farò avverso, ec. »

Ma questo fittizio colloquio, in forza di cui rinunziò l'Alighieri ad opinione, ch' egli avea ritenuta e predicata per vera, succedeva pure nel 1300. E il trattato secondo del Convito, ove appunto quell' opinion si riscontra, alla ritrattazion della

1 Trattato II, cap. II.
3 Ivi, cap. IX.

2 Trattato II, cap. VII. Paradiso, canto 11, v. 58-63.

quale mirano questi ed alcuni altri versi del sacro poema, non dovrà necessariamente dirsi anteriore al 1300? Ecco dunque il commento contemporaneo della canzone.

[ocr errors]

In esso trattato secondo, al cap. XIII, trovansi queste frasi Apersi la bocca nel parlare della proposta canzone (Voi che, intendendo ec.), mostrando la mia condizione sotto figura d' altre cose; perocchè della donna di cui io m' innamorava (della filosofia) non era degna rima di volgare alruno palesemente parlare. Ed il Pederzini rettamente annota: Avverti come Dante dice, che parlare palesemente di filosofia non era degna rima di volgare alcuno, sicchè per l'una parte egli ristringe il biasimo alla rima, per l'altra "lo estende a tutti i volgari. Ma poi anche di questo si do» vette essere ricreduto; e forse per ammenda volle mostrato " per sè ai secoli avvenire, che, in rima ancora, tutto poteva » il volgar nostro. Ma di questo quando Dante dovè ricredersi? Quando scrisse la Divina Commedia. Dunque alla Divina Commedia è anteriore questo secondo trattato del Convito.

Ho detto anche più innanzi, che io non intendo fare minuta questione di mese o di giorno. A me basta il poter dimostrare che il secondo e il quarto trattato furono scritti da Lante un lustro circa innanzi l'esilio, come il primo ed il terzo lo furono due e più lustri appresso l'incominciamento di quello. E sebbene io creda aver bastantemente provato che la canzone del trattato secondo fu dall' Alighieri dettata intorno il 1297, non potendosi quella riportare più indietro del 1294, e inoltrare più innanzi del 1300, pur nonostante aggiungerò qualche altro argomento.

Quella canzone si rinviene dall' Alighieri in un suo sonetto ricordata sì come la prima da lui composta sopra argomento filosofico:

Parole mie, che per lo mondo siete;

Voi che nasceste poich' io cominciai

A dir per quella donna in cui errai:
Voi che, intendendo, il terzo ciel movete;
Andatevenc a lei, ec. »

1

Ora, se le rime filosofiche dell' Alighieri ebbero nascimento da che egli incominciò a scrivere la canzone Voi che, intendendo, potremmo noi dire, che questa sia posteriore al 1300, e non piuttosto anteriore? Fino dal 1294 aveva Dante compiti i suoi studi e poichè egli stesso ci narra che appena

1 Nel Canzoniere sta col num. XXXIV.

ebbe gustate le dolcezze della filosofia, sciolse la lingua nel parlare delle lodi di quella, vi sarebb'egli mai incoerenza nel sostenere che la nominata canzone fosse da Dante composta un lustro per lo meno innanzi il suo esilio? Anche Carlo Martello, che la rammenta nel Paradiso, morì nel 1295: e non potea egli averla già veduta e letta vivendo nel mondo?

Provata e stabilita la differenza de' tempi, in che furono i diversi trattati del Convito composti, hassi una via facile e piana a risolvere alcune questioni, le quali non muovevano che da contradizioni apparenti. Da quelle parole del trattato secondo, cap. IX, — sarà bello terminar lo parlare di quella viva Beatrice beata, della quale più parlare in questo libro non intendo, credè il Trivulzio poter trarre uno dei principali argomenti a provare, che il Convito fosse dall' Alighieri dettato anteriormente alla Divina Commedia.

[ocr errors]
[ocr errors]
[ocr errors]
[ocr errors]

" Dante (andò egli dicendo) qui protesta di non voler più parlare " di Beatrice, perciocchè intendeva parlarne in altro libro, » del quale non avea forse nella sua mente ancora ben de» terminata l'idea. E quest' altro libro si fu poi la Divina Commedia, in cui parlò di Beatrice con sì alto stile e con "fantasie tanto celesti. » 1 Ma che cosa avrebbe potuto rispondere il Trivulzio a chi gli avesse, citando le medesime di lui parole, obiettato, che Dante scrisse il Convito - dopo trapassata la sua gioventù, cioè, secondo la dottrina da esso posta nel quarto trattato, dopo compiuto l'anno quarantacinquesimo? » e che " è pure cosa indubitata, che Dante fosse già esule, non tanto per la menzione che " vi si trova dell' esilio, quanto perchè la sentenza con ch' ei "fu sbandito è del 1302, quando egli non era peranche en"trato nell'anno trentesimosettimo dell' età sua? » 2 Si sarebbe certo il Trivulzio a tale obiezione avveduto della grave contradizione dei suoi medesimi calcoli; ma qual mezzo potea aver egli a risolvere questo intricato problema, quandʊ gli mancava quel solo, che abbiamo noi, della differenza de' tempi? Se il Trivulzio pertanto, meditando su quelle parole del trattato secondo, potè trarne la conseguenza d' anteriorità alla Divina Commedia, non dovea questa anteriorità estendere a tutto il Convito, dopo ch' egli avea osservato come nel trattato primo si rinvenivano parole dell' esilio lungamente sofferto, d'un tempo, cioè, nel quale la Commedia doveva essere, almeno in parte, composta. Bene adunque si sarebbe apposto il Trivulzio, ovecchè avesse avvistata, e quindi avvertita al lettore, la diversità dei tempi da trattato a trattato.

1 Pag. XXVI.

2 Pag. XXIII.

V. Venendo ora al trattato terzo, io dirò collo Scolari, che è questo l'anello, il quale unisce l'amore e le lodi di Beatrice viva ed esempio di femminile bellezza, con l'amore e le lodi di Beatrice cittadina celeste ed immagine della filosofia. La canzone, che di questo trattato forma il subietto, apparisce composta innanzi il 1300 per le ragioni medesime da me prodotte poc' anzi. Imperciocchè essendo essa nel Purgatorio, II, 112 (vale a dire nell' aprile del 1300, data della visione, ricordata e cantata all' Alighieri dal musico Casella : « Amor che nella mente mi ragiona; Cominciò egli a dir si dolcemente,

Che la dolcezza ancor dentro mi suona, »>

non potrebbesi dire che potesse essere stata scritta da Dante posteriormente al tempo sovraccennato, quandochè, siccome il Pelli, non troppo ragionevolmente sospettassimo, avere il Poeta tolto dalla Commedia quel verso ad incominciamento della sua filosofica canzone. Ma poichè il commento, e non la canzone, è ciò che più particolarmente costituisce il trattato, parleremo dell' uno, e non più faremo parole dell'altra, posteriore o anteriore che siasi alla Divina Commedia.

E per dare una prova, scevra di lunga e faticosa argomentazione, che il commento non fu composto da Dante contemporaneamente alla canzone, ma dopo un certo lasso di tempo, e con ogni probabilità quando si concepì da esso l'idea generale del Convito, servirà ch' io ponga sott'occhio de' lettori il passo seguente del capitolo IX: E però puote anche la stella (il sole, parere turbata (oscurata): e io fui esperto di questo l'anno medesimo che nacque questa canzone (Amor che nella mente ec.): chè per affaticare lo viso (la vista) molto a studio di leggere, in tanto debilitai gli spiriti visivi, che le stelle mi pareano tutte d'alcuno albore ombrate: e per lunga riposanza in luoghi scuri e freddi, e con affreddare lo corpo dell' occhio con acqua chiara, rivinsi (ricuperai) la virtù disgregata, e tornai nel primo buono stato della vista. Senza dubbio le frasi fui esperto, debilitai gli spiriti visivi, tornai nel primo buono stato, relative all'anno che nacque questa canzone, dimostrano che e la canzone e il commento non sono punto nati ad un parto. E già, manifestando Dante fino dalle prime pagine di quest' opera com' egli intendea dichiarare per essa gli ascosi sensi di quattordici sue canzoni, le quali parlando di amore, aveano alle genti fatto falsamente credere che dell'amore sensuale, e non dell' intellettuale, vi si tenesse discorso, apertamente s'apprende, che le canzoni erano da più tempo non solo composte, ma altresì divolgate ovunque e jette.

[ocr errors]
[ocr errors]

1

la

- io non

Molti altri passi si rinvengono in questo terzo trattato, che qui potrebbonsi riportare a convalidare la prova: gran virtù che li suoi occhi avevano sopra di me, che come se fossi stato diafano, così per ogni lato mi passava lo raggio loro; per amore io intendo lo studio, il quale io mettea per acquistare l'amore di questa donna; 2. potea vedere le sue dimostrazioni; e di tutto questo il difetto era del mio lato; è compiutamente ragionata la cagione che mosse me a questa canzone ec.* Le voci verbali avevano, passava, mettea, non potea, era, mosse ec., appellano tutte a tempo passato. Ma senza più trarre in lungo, il primo esempio parmi provare abbastanza.

5

3

Amore, avea Dante definito nella Vita Nuova, essere un sentimento di cor gentile; e qui nel trattato terzo del Convito, lo veggiamo essere un unimento spirituale dell' anima e della cosa amata; nel quale unimento di propria sua natura l'anima corre tosto o tardi secondochè è libera o impedita. Ma questa diversa definizione nasceva in Dante dal sentire un amore diverso dal primo, l'amore cioè della sapienza. E di qui la necessità delle premesse e delle sue dichiarazioni; perciocchè pensai (dice lo stesso Alighieri) che da molti forse sarei stato ripreso di levezza d'animo, udendo me essere dal primo amore mutato. Per lo che a tôrre via questa riprensione, nullo migliore argomento era, che dire qual era quella donna che m' avea mutato.

[ocr errors]

6

In questo trattato medesimo l' Alighieri fa distinta menzione d'un altro suo componimento, nel quale ei ci previene rinvenirsi sentenze contrarie a quelle che qui si rinvengono:7 e tal componimento si è una ballata. "Ora (dice il signore Scolari) la canzone che si ricorda di una sua sorella di prima, la quale poteva da molti essere qualificata contraria con taccia al suo autore di mutato affetto, fa dunque "prova che l'autore la scrisse a bella posta per congiungere » l'idea della nuova allegoria poetica a quella dell' amor vero, che tutti sapevano aver egli celebrato dapprima.

[ocr errors]
[ocr errors]

Sebbene il terzo trattato non porti con sè indicazioni formali e precise dell'anno in cui fu composto, pure tutte le deduzioni e gli argomenti, che trar se ne possono, stanno a render molto probabile l' opinione, che sia esso contemporaneo al primo. Esso è infatti il primiero componimento d' un' allegoria meramente filosofica in ordine alla proposizione ed al

1 Cap. X.
* Cap. XII.
7 Cap IX.

2 Cap. XII.
5 Cap. II.

3 Cap. ult.
6 Cap. I.

« PreviousContinue »